CELLULITE O LIPEDEMA? LA DIETO-TERAPIA PER OSTACOLARE IL LIPEDEMA

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Il Lipedema è un disturbo cronico della distribuzione e del volume del grasso sulle cosce, sui fianchi e sulle gambe.

Il tessuto adiposo sottocutaneo si accumula, infatti, soprattutto sugli arti inferiori determinando un aumento della sensibilità che porta a dolore. In generale, si sviluppa nella pubertà ed è degenerativa nel tempo. L‘eziopatogenesi del lipedema, ossia la causa, non è chiara, ma molti autori ritengono che alla base vi siano fattori ormonali.


Talvolta l’obesità si sovrapposizione al lipedema diventando difficilmente diagnosticabile. La differenza tra obesità e lipedema è che l’obesità risponde alla restrizione calorica mentre ciò non avviene nel lipedema.

La diagnosi avviene con l’analisi clinica. La si riconosce dalla distribuzione del grasso che è abbastanza tipica in questo disturbo (per es. si forma un polsino alla caviglia, ma il piede viene risparmiato dal grasso; vi è molta pelle e grasso nella parte interna del ginocchio, la pelle ha un aspetto a materasso, si sentono dei noduli sottocutanei al tatto).
Il lipedema colpisce più le donne che gli uomini perché questo grasso che si forma è ormone sensibile, in particolare agli estrogeni, cioè agli ormoni femminili. Negli uomini si manifesta quando alla base c’è uno squilibrio ormonale: ipogonadismo, ginecomastia, ecc.


I trattamenti per il lipedema sono essenzialmente tre :

1) chirurgia 2) fisioterapia 3) alimentazione.
Lo scopo dell’alimentazione in questo caso è mantenere uno specifico regime nutrizionale che non vada a stimolare la formazione del grasso negli arti.

La dieto-terapia più adatta è quella chetogenica che in effetti limita tantissimo i carboidrati (<40g/die), talvolta a favore dei grassi che però all’interno di questo approccio dietologico non fanno ingrassare quanto i carboidrati! Siccome la dieta chetogenica è abbastanza restrittiva, per chi non riuscisse a seguire bene questo protocollo, si propone comunque una dieta low carb, ossia a basso apporto di carboidrati.

Dr Diana Tuccillo