DIETA, NE ESISTE UNA PER LA CELLULITE?
Questo fastidioso inestetismo della pelle si manifesta con il famoso aspetto bucherellato, ma indica in realtà un problema molto più profondo a livello del tessuto connettivo: in sostanza si tratta di un aumento di volume delle cellule adipose e dei liquidi negli spazi tra le cellule compromettendo anche la vascolarizzazione in zone specifiche e circoscritte del corpo come le cosce, i glutei e i fianchi.
Si può parlare di predisposizione dovuta ad un assetto ormonale geneticamente prestabilito.
Gli ormoni femminili, infatti, in opportune condizioni attivano degli enzimi, le collagenasi, che rompono il collagene rendendo il connettivo a sostegno del tessuto adiposo più debole, perciò questi aumenta il suo volume.
Ci sono donne geneticamente più estrogeniche (quelle per intenderci con aspetto a pera) che sono più propense di altre (con aspetto a mela) ad incorrere in questo tipo di inestetismo. C’è da dire che, di contro, l’adipe così localizzato è meno rischio per la salute rispetto a quello addominale.
Un’altro ormone implicato nell’insorgenza della cellulite è l’insulina. Infatti, le donne che presentano un’alterazione a monte e a valle della cascata di eventi metabolici che girano intorno a questo ormone, soffrono sicuramente di più di cellulite. Questo succede proprio per il suo coinvolgimento nei meccanismi di immagazzinamento del grasso corporeo.
Al di là del mero aspetto genetico legato agli ormoni, ci sono anche numerose aggravanti come la cattiva circolazione, la sedentarietà, lo stress, diete sbagliate.
Esiste una dieta per la cellulite?
Diciamo che sicuramente possiamo ottenere dei buoni risultati.
Per raggiungerli, però è necessario capire che cosa dobbiamo e che cosa non dobbiamo fare, quindi ancora una volta dobbiamo ascoltare il nostro corpo e comprenderlo.
Mi metto a dieta perenne.
Molte donne, quando capiscono di soffrire di questo problema si ammazzano di diete fortemente ipocaloriche, difficilmente sostenibili nel lungo periodo e peraltro spesso senza avere un reale problema di peso. Un’eccessiva restrizione alimentare determina un aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, con perdita del tono muscolare ed aumento del grasso sottocutaneo.
Quindi cosa faccio, la dieta Mediterranea?
A livello degli adipociti specie delle zone critiche ci sono due tipi di recettori con effetto opposto, gli α-2 ed i ß-2. I primi riducono la lipolisi, l’uso dei grassi a scopo energetico ed il flusso sanguigno, mentre i secondi aumentano tutti questi parametri.
Va da sé che se vogliamo “bruciare più grasso localizzato” dovrò cercare di far esprimere maggiormente i recettori ß-2. Il punto è che i recettori α-2 diminuiscono di numero e di funzionalità solo dopo l’esposizione agli acidi grassi.
L’apporto di grassi consigliato in una classica dieta di questo tipo (circa 25-30%) è troppo basso per garantire la disattivazione di questi recettori.
Tolgo il sale dalla dieta? L’organismo è intelligente e risponde ad uno stimolo esterno nell’unica maniera che conosce: riportandolo verso l’equilibrio, ricreando l’omeostasi.Questo significa che se togliamo il sale dalla dieta, qualche mese dopo mi ritrovo con più ritenzione di prima. Cos’è successo? Si è messo in moto la macchina dell’omeostasi, cioè togliendo il sale, l’organismo si è attivato in modo tale da trattenere più sale e quindi più liquidi.
Bisogna fare colazione, ma una colazione corretta.
Brioches, cappuccino e poi via al lavoro? La mattina il cortisolo, l’ormone dello stress, è molto alto. Per contro la sensibilità insulinica è scarsa. Di conseguenza, un eccesso di carboidrati comporta un aumento dell’insulina, che fa incrementare gli estrogeni liberi e peggiorare il problema.
Meglio privilegiare una colazione in cui siano presenti proteine e grassi con eventualmente qualche piccola fonte glucidica a basso indice glicemico
Ma allora qual é la dieta giusta?
E’ fondamentale un corretto apporto proteico con un ridotto quantitativo di carboidrati concentrati in poche occasioni (ad esempio dopo l’esercizio fisico) per obbligare l’organismo ad utilizzare le proprie riserve.
I grassi devono essere presenti (per bloccare i recettori α-2) in funzione delle necessità o meno di perdere peso.
Ricordiamoci poi di NON ELIMINARE MAI COMPLETAMENTE IL SALE!!!
Un esempio tipico di dieta che funziona molto bene nel caso della cellulite è la PSMF (Protein Sparing Modified Fasting) o il protocollo Blackburn, che fondano le proprie basi sull’innesco della chetosi.
L’importante èintegrare questo tipo di regime alimentare con vitamine, minerali ed acidi grassi essenziali.
Dr Diana Tuccillo
Biologo Nutrizionista